Una zattera fra le onde della scuola e della vita. “Zattera” era appunto il primo nome con cui nel 2002 aveva iniziato la sua attività il Centro di aiuto allo studio che oggi è Portofranco Rimini, costituitosi in associazione nel 2004.

Da allora tanti adulti e ragazzi hanno fatto esperienza di che cosa significhi incontrare i bisogni autentici e seguirne le tracce. Per i grandi che prestano la loro opera gratuitamente si tratta di una preziosa occasione di arricchimento personale e anche professionale, mentre per i più giovani si apre la possibilità di mettere in gioco la loro libertà e i loro talenti.

Con l’andare del tempo l’identità di Portofranco ha assunto un rilievo sempre più preciso, perché l’intuizione iniziale di don Pontiggia è stata accolta e fatta propria da tanti insegnanti educati dalla loro esperienza di fede a paragonarsi con le sfide poste dalla realtà impegnando seriamente e con letizia le loro risorse. E quale sfida è più provocante di quella che nasce dall’emergenza educativa che pone domande sempre più pressanti?

Pur non disponendo di una sede propria, Portofranco Rimini è apparsa fin dall’inizio come un luogo ben visibile attraverso i volti che si sono avvicendati negli anni. I ragazzi ci arrivano con una richiesta riguardante lo studio di una o più discipline, a cui i volontari cercano di rispondere non solo dal punto di vista tecnico, ma sollecitando la loro libertà ed il loro desiderio, spesso confuso, ma comunque presente, di scalare la montagna della scuola, così irta di ostacoli.

Esiste un metodo? Certo, ma non è codificato. Si fonda su quel “rischio educativo” che suggerisce all’adulto di mettersi in ascolto del suo giovane interlocutore, di accompagnarlo attraverso una versione di Latino o delle formule matematiche alla scoperta delle sue risorse e dei suoi autentici interessi. Qui non ci sono registri e verifiche, per cui tutto dipende dalla dinamica della libertà. Non sempre si vedono risultati immediati, ma accade spesso che nasca nei ragazzi un’affezione che li spinge per esempio a scegliere l’aula di Portofranco per fare i compiti del pomeriggio, anche senza l’intervento specifico di un insegnante.

Nel corso degli anni l’aiuto offerto dalla nostra associazione è andato assumendo dei tratti sempre più articolati, proprio perché i bisogni sono sempre più profondi: oltre al problema dello studio emergono con sempre maggiore evidenza difficoltà di tipo personale e familiare, di relazione con gli altri e con la realtà che si vive. I colloqui svolti con gli studenti e i loro genitori sono spesso rivelatori in questo senso.

Siamo consapevoli di non avere a disposizione risposte risolutive, possiamo però fare compagnia, offrire un punto di riferimento e di orientamento.

Col tempo ci siamo inseriti nel contesto della nostra città, partecipando ad iniziative e progetti come quelli messi in atto contro la dispersione scolastica. Sempre più numerosi sono poi i ragazzi di origine straniera che si rivolgono a noi, trovando una concreta possibilità di accoglienza ed integrazione.

Una delle iniziative più recenti riguarda proprio l’attivazione di corsi di Italiano, in collaborazione con AVSI, riservati ai ragazzi ucraini profughi nel nostro territorio.

Molto preziosa è stata infine per Portofranco Rimini la presentazione pubblica del libro di Davide Perillo svoltasi il 1° aprile scorso. L’occasione ci ha permesso di rendere più visibile a livello cittadino un’esperienza connotata dalla gratuità e dal dinamismo della libertà.

Nel corso di questo anno scolastico sono stati 190 gli alunni che hanno frequentato Portofranco e 78 i volontari che si sono resi disponibili. Ma non finisce qui, perché tra poche settimane riaprirà Portofranco estate. L’avventura continua.