Scuola Bottega, dove l’esperienza si fa strada!
30 Aprile 2024 2024-04-30 19:26Scuola Bottega, dove l’esperienza si fa strada!
La rete di Portofranco Italia coinvolge oggi quasi 50 realtà sparse nel nostro paese, da nord a sud. Ognuna di queste è nata da un’esigenza precisa ma che accumuna tutte: aiutare i ragazzi con lo studio e accompagnarli nel complesso percorso che li vede protagonisti, la vita.
Ogni sede di Portofranco ha un’anima unica, e tutte insieme creano un progetto di più ampio respiro che è Portofranco Italia.
Una caratteristica unica della sede di Portofranco Ravenna, l’Associazione Amici di Enzo, è il progetto della Scuola Bottega.
“La Scuola Bottega è nata nel settembre del 2014 – spiega Anna Graziani, coordinatrice di questo progetto dell’Associazione – come servizio gratuito per scuole e famiglie, quando durante la stessa estate ci accorgemmo che alcuni studenti in difficoltà scolastica s’impegnavano durante il periodo delle vacanze in lavori stagionali senza risparmiarsi. Le loro famiglie spesso versavano in situazioni economiche complesse e necessitavano dell’aiuto dei loro figli a fine anno, per assicurarsi qualche entrata in più. Noi ci prodigavamo nella ricerca di luoghi in cui potessero portare avanti esperienze comunque significative, oltre che remunerative. Con alcuni datori di lavoro nacque un bel rapporto, duraturo anche nel tempo. Questo ci spinse a comprendere che per tanti ragazzi, che fanno molta fatica a studiare sui libri e per i quali nella maggior parte dei casi lo studio rimane prettamente un’attività teorica, c’era bisogno di intraprendere percorsi innovativi, differenti da quelli esclusivamente tradizionali. C’era bisogno di rimettere insieme conoscenza ed esperienza, sforando spazi a volte chiusi e angusti, a favore di una conoscenza affettiva, che permettesse a chiunque di ritrovare sé, senza rimandare a un futuro sconosciuto il proprio presente”.
In che cosa consiste la Scuola Bottega?
La Scuola Bottega è quindi un metodo educativo dove si coniugano insieme conoscenza ed esperienza. È un percorso che coinvolge alcuni ragazzi selezionati dagli stessi consigli di classe, durante tutto l’anno scolastico: da settembre/ottobre fino a fine maggio. All’inizio il progetto si è rivolto solo agli studenti che si trovavano nella fascia della “dispersione scolastica”, poi dal 2018 ha iniziato a includere botteghe specifiche anche per quelli che rientrano nella fascia “dell’eccellenza”. Ai ragazzi viene data l’opportunità di uscire da scuola una volta a settimana e recarsi in alcune realtà lavorative del territorio e non solo, accompagnati da un tutor educativo messo a disposizione dall’Associazione. Ogni Bottega ha un tutor educativo con max 4 studenti.
All’interno delle aziende i ragazzi vengono affiancati anche da un tutor aziendale, che gli trasferisce le sue competenze e che gli insegna concretamente a fare il suo mestiere. Ecco la novità e il valore di questo progetto: avere la possibilità di conoscere e comprendere sul campo, nell’esperienza, vedendo così la teoria nella pratica.
Le similitudini con l’alternanza scuola-lavoro, istituita come la conosciamo nel 2015, potrebbero sorgere in modo naturale, ma esistono differenze profonde, a partire dal metodo.
Qual è il metodo utilizzato nella Scuola Bottega?
“La scuola bottega – continua Anna Graziani – nasce, come dicevo prima, per coniugare l’esperienza con la conoscenza. C’è un po’ un ribaltamento rispetto al percorso tradizionale intrapreso nella scuola. Per noi la conoscenza avviene nell’esperienza, nel senso che ci si mette al lavoro per conoscere. È un po’ il metodo del “learning by doing“, dell’apprendimento “on the job”. Imparare facendo. Nella mission della Scuola Bottega c’è il tentativo di avvicinare il mondo della scuola al mondo dell’impresa, anzi sarebbe più giusto dire, avvicinare il mondo della scuola alla realtà, che comprende la conoscenza di sé in rapporto a tutto ciò che ci circonda. Il ragazzo, con questo metodo ‘ribaltato’, si trova di fronte a una realtà che interpella tutta la sua umanità continuamente, ed è spronato a imparare, nella condivisione di tutto il suo io con il gruppetto di compagni e il tutor educativo”.
Che differenza c’è allora tra il ruolo del tutor educativo e quello del professore?
“Il tutor educativo che aiuta i ragazzi, li aiuta principalmente a cogliere i nessi tra la loro esperienza, il proprio desiderio e ciò che la realtà chiede in quel momento – spiega Anna Graziani. La novità è che il tutor educativo è una persona che li accompagna nel lavoro che i ragazzi fanno, ma non è lì per loro, è lì con loro, lavora insieme a loro. Questo è decisivo, perché mentre in alternanza scuola-lavoro la figura del professore è più di monitoraggio, nella Scuola Bottega il ragazzo vede il tutor educativo, accanto a lui, fare tutto il suo percorso, con l’attenzione a non censurare la domanda di felicità e di compimento, spesso nella normalità del vivere percepite lontane dal proprio fare”.
Il progetto Scuola Bottega nasce come frutto di un’osservazione attenta ai ragazzi incontrati. La priorità è sempre stata data alla persona e questa, ancora oggi, rimane l’unica priorità. Noi abbiamo il compito di guardarla e studiare tutti i modi possibili per aiutarla, senza tradire il desiderio di senso e felicità che porta con sé, nel qui ed ora che vive. Questo non sarebbe possibile senza condividere la vita con persone che vivono tutto all’altezza dei propri desideri più profondi. Portofranco è un esempio chiaro di questa amicizia operativa.
La Scuola Bottega nei suoi dieci anni di attività ha incontrato e lavorato con circa 300 ragazzi.
Oggi sono circa 60 i ragazzi e le ragazze delle scuole secondarie di I e II grado che partecipano, appartenenti a 9 istituti diversi, tra tecnici, professionali e licei. La richiesta di collaborazione territoriale della Scuola Bottega è in aumento e sono in corso richieste di collaborazione anche da parte di altre città.
Per ulteriori informazioni sul progetto Scuola Bottega è possibile scrivere a amicidienzo@gmail.com.
“Non puoi domare un cavallo selvaggio, lo uccideresti e gli toglieresti la libertà di essere com’è. Però se vuoi puoi imparare a corrergli al fianco, imparando che cosa sia quell’infinito brivido chiamato libertà”. (Paulo Coelho)
di Eleonora Macchini
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