Perché studiare scienze.

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Perché studiare scienze.

Perché studiare le scienze? A che cosa serve? La domanda può avere tante risposte.  Se studi scienze puoi accorgerti di quello che ti circonda. Puoi guardare un’ape comprendendo che legame c’è tra lei e te che mangi le ciliegie o le albicocche. Puoi guardare un cielo stellato e distinguere le stelle dai pianeti, sapere perché certe stelle sono più “bianche” e altre più “rosse”. E per la chimica? Sembra che non c’entri niente con noi eppure, se vogliamo fare semplicemente delle patate lesse o delle patate al forno, le temperature di cottura sono fondamentali per la presenza di un certo enzima e della sua azione. Se volete rivestire di cioccolato una scorza d’arancia candita o un fico secco, dovete sapere diverse cose della chimica del cioccolato. Ma anche solo per cuocere una bella fiorentina dandole il giusto sapore, è necessario avere qualche nozione sulle reazioni di Maillard (anche il profumo del pane cotto dipende da queste reazioni). Si potrebbe andare avanti con gli esempi, Ma mi chiedo se questo basti (forse si forse no) per appassionarsi allo studio delle scienze.

Vi racconto allora come è nata in me la passione per queste discipline.

Sono nato in “campagna” e ho sempre vissuto a contatto con la natura (fiori, piante e animali di vario tipo erano un po’ i compagni di avventura miei e dei miei coetanei). Si potrebbe pensare che in fondo sono stato facilitato nell’avere un approccio positivo allo studio delle scienze. E questo in parte è vero. Ma, la vera passione, mi è sorta incontrando delle persone che mi hanno trasmesso il loro entusiasmo.
Ai tempi delle superiori, ho conosciuto due ragazzi, più o meno della mia età, che giravano con dei retini per catturare e studiare libellule e altri insetti. Questo mi ha portato ad iscrivermi alla facoltà di Scienze Naturali (senza questo incontro mi sarei probabilmente iscritto ad altri corsi di laurea). E anche lì la dinamica è stata la stessa. Ho ancora in mente alcuni docenti che, con la loro passione, mi hanno convolto e spinto ad interessarmi, studiare e approfondire.
Faccio solo un esempio tra i tanti. Dovevo fare la sottotesi e, con il professor Orombelli, che insegnava geografia fisica e geomorfologia, abbiamo fatto un’uscita per studiare i suoli del passato. E’ stato incredibile vedere come si era entusiasmato per uno scavo per le fondamenta di una casa e di come, infilando dei chiodi a varie altezze, “vedeva” e ricostruiva la storia geologica di quel territorio nell’ultimo milione di anni. Ma anche con tanti compagni era la stessa cosa. Era bellissimo fare una passeggiata in montagna ed avere un “esperto” di fiori e piante, uno di mammiferi, uno di uccelli, uno di insetti, uno di ghiacciai e così via. Si poteva guardare la realtà avendo, per così dire, non due ma 10, 20 occhi diversi.

Questa passione me la sono portata dietro nei miei quarant’anni di insegnamento delle scienze cercando di trasmetterla a ragazzi delle medie e delle superiori.

Adesso, che sono in pensione, ho iniziato l’avventura con Portofranco con ragazzi che ruotano continuamente e che spesso vedo solo per lo spazio breve di un’ora. Spero che scatti in loro, nell’incontro con me e con gli altri amici con cui condivido l’aula il martedì, una passione per questa disciplina che vada al di là del giusto desiderio di raggiungere la sufficienza nell’imminente verifica. In questi pochi mesi, qualche lampo nei loro occhi l’ho visto.

di Fiorentino Leoni