Portofranco Italia: La Comitiva compie 20 anni.

La Comitiva Cesena_Giovanna Fedi
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Portofranco Italia: La Comitiva compie 20 anni.

Lunedi 11 dicembre abbiamo proposto un momento di dialogo e di festa in occasione del ventennale della nostra presenza a Cesena, invitando i volontari, i genitori, i ragazzi e aprendolo a tutto il Movimento e alla città di Cesena. Giovanna Fedi, come presidente, dopo aver letto un saluto del nostro Vescovo, impossibilitato a partecipare, ha raccontato come dal 2003 l’associazione si è costituita a Cesena in collegamento con la rete di Portofranco, nata a Milano da don Giorgio Pontiggia e che oggi conta 40 centri in Italia, autonomi ma uniti dallo stesso metodo educativo: la gratuità dei volontari e la libertà dei ragazzi, che personalmente domandano un aiuto sullo studio.
Abbiamo sottolineato anche l’importante riconoscimento del Presidente Mattarella che ha insignito Alberto Bonfanti, attuale presidente di Portofranco, del titolo di “ufficiale dell’Ordine del merito della Repubblica italiana”.

Preparando insieme questo evento, sono emerse fra noi tante domande dal rapporto coi ragazzi: di fronte a tanti aspetti di disagio, di passività, di rinuncia, qual è il bisogno profondo che hanno? come fare loro una vera compagnia, attraverso lo studio, ma sapendo anche guardarli personalmente?

Quindi siamo partiti ponendo alcune di queste domande a Silvio Cattarina.
La risposta ha da subito messo l’accento sul cuore degli educatori: i ragazzi, al fondo, non sanno per chi vivere, perché vivere, cosa è la realtà: l’adulto, pur con tutti i suoi limiti, è chiamato a testimoniare, in tanti modi, il valore della vita, la bellezza e la grandezza della realtà. Se i ragazzi vedono adulti innamorati della vita e di Dio sicuramente gli vanno dietro! La vera autorità infatti è quella che aiuta a crescere e l’insegnante è colui che lascia un segno.
Con esempi tratti dalla sua esperienza più che quarantennale di educatore (iniziata proprio qui a Cesena come collaboratore di don Dino Cedioli), Cattarina ha testimoniato a tutti che la prima responsabilità di chi educa è amare la vita, allargare il proprio cuore per incontrare l’”io“ dei ragazzi: poi le parole, la creatività, le modalità verranno!

Sono emerse poi altre domande da genitori, insegnanti (e anche da nonni): il filo conduttore delle riposte è stato sempre la forza appassionata di Silvio nel richiamare che noi adulti possiamo essere fragili, ma non può venire meno la certezza che la vita non è una performance, ma un grido e che il vero amore per i giovani non è tanto l’affetto, ma chiamarli ad un compito, che è lo stesso nostro: preoccuparci di amare la vita, avere un cuore che combatte ma che sa vedere e che poi aiuta il giovane a vedere che la vita non è mai sconfitta, che Dio non verrà mai meno. E il metodo fondamentale è dire a chi hai davanti: “Comincia adesso con me! Io posso aiutarti a costruire le due più brevi e belle parole del mondo: sì e io. Si può sempre ripartire e io a te ci tengo!”.

Dopo un intenso applauso dei partecipanti, Cattarina ha continuato a dialogare con tanti durante la cena, che si è conclusa con torta e candeline e la consegna di un segnalibro ricordo con tutti i nostri dati: la partecipazione numerosa (e in particolare di alcune famiglie mussulmane), il clima familiare e collaborativo ci hanno, da una parte, sorpreso positivamente, dall’altra ci spingono ad allargare il cuore per poter dire a chiunque che, come dice la Canzone del melograno che abbiamo cantato insieme, c’è una casa dei fiori in cui si può sempre tornare.

L’avventura continua!  

di Giovanna Fedi