Le parole di Portofranco: educazione.

Le parole di Portofranco educazione
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Le parole di Portofranco: educazione.

Dal latino educere, far venir fuori.

Già Socrate parlava così, presentandosi come un ostetrico, sul modello di sua madre levatrice di corpi, lui di anime e di pensieri.

Dopo di lui Plutarco, che ci ha lasciato questa frase: “I ragazzi non sono vasi da riempire, ma fuochi da accendere” (traduzione libera), nota a tutti i frequentatori di Portofranco, perché se la vedono scritta a caratteri cubitali sul muro del secondo mezzanino, quando salgono ogni giorno per incominciare le lezioni e che, a quanto risulta, in molti hanno fatto propria.

Un noto prete della diocesi di Milano ora defunto parlava di “Rischio educativo”. E sì, perché l’educatore deve dialogare con la libertà dell’altro e mettere in gioco tutto se stesso nel rapporto con lui. Egli ha anche sempre insistito su una definizione di educazione di Lungmann: “Introduzione alla realtà totale”, perché, se si trascura qualche fattore, si cade nell’ideologia (Chesterton: “L’errore è un a verità impazzita”).

Oggi si mette la parola educazione davanti a ogni cosa: educazione stradale, all’alimentazione, civica, eccetera eccetera, ma se sono impostate male, diventano solo istruzioni per l’uso.

E la buona educazione? A Portofranco c’è. E grazie al cielo, non solo a Portofranco.

di Albano Buzzoni

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