A tu per tu con…Dante.

Dante
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A tu per tu con…Dante.

In una tiepida mattinata di inizio primavera mi sono recata insieme ad altre due care amiche a una mostra dedicata a Dante, il sommo poeta. La cosa straordinaria e la ragione per cui sono andata, (oltre a non sapere nulla di divina commedia a causa dei miei trascorsi scolastici in un ITIS scientifico), è stata la curiosità di vedere all’opera alcuni ragazzi delle medie superiori, che avrebbero condotto la mostra su Dante e il suo Inferno: “Ma come, vi interessa così tanto Dante da desiderare di spiegarne addirittura l’opera? Cosa inaudita!”, mi sono detta tra me e me.

Incontriamo questi ragazzi al don Bosco Village, che ospita questa mostra frutto del lavoro nelle medie superiori di ragazzi legati all’attività dei PCTO a Verona. Francesco e Giovanni sono le nostre guide e con loro iniziamo il percorso di conoscenza dei canti dell’inferno con la supervisione silenziosa della professoressa.
Mi colpiscono le domande spiegate dai ragazzi sui pannelli che via via ci raccontano del percorso di Dante che scende all’inferno insieme a Virgilio. Domande come: “Perché esiste l’inferno?” e l’incipit della mostra risponde: “Essere contenti è lo scopo della vita, accontentarsi è l’inferno“.
E già quest’affermazione si fa largo nei miei pensieri.

Incontriamo Caronte e la moltitudine degli ignavi, e la domanda è: “Perché non scegliere è peggio che scegliere il male?“.

Andiamo avanti e ci troviamo noi, i ragazzi e Dante con Virgilio di fronte ai personaggi che popolano i gironi dell’inferno e subiscono le punizioni più efferate a causa del male che hanno fatto, ad esempio i violenti contro il prossimo ( e qui i paralleli non mancano mai).

Le domande incalzano: “Come può l’uso della ragione condurre all’Inferno?” oppure “Perché il tradimento è il peggiore dei peccati?”; e avanti ancora sulla libertà così tanto sbandierata: “La libertà è assenza di legami oppure è libertà di scegliere il bene o il male?”.

La mostra riporta le domande dei ragazzi sui poster e anche il loro tentativo di risposta paragonata al loro vivere alle loro esperienze; e mentre Giovanni e Francesco continuano la descrizione, anch’io mi scopro piena di domande e capisco che la Divina Commedia è una grande occasione per ragazzi e professori di compiere un percorso umano insieme!

“Anche io rischio di essere così” dice Francesco, “ci sono molti contenuti che interrogano la mia vita…”.

Arriviamo alla fine, e io faccio ai ragazzi la domanda con cui sono arrivata: “Per molti, lo studio della divina commedia è un grande peso, a voi (Francesco e Giovanni) chi ve l’ha fatto fare di affrontare in questo modo il lavoro su Dante?”.

“Oltre la passione che abbiamo per la letteratura” ci dicono (sono ambedue ragazzi DSA), “è stato scoprire durante la preparazione della mostra, che le nostre domande, i nostri problemi, i nostri desideri si potevano specchiare con le domande di un poeta, un uomo (Dante), che per consegnarle alla storia le ha volute scrivere, perché le domande più importanti della vita non vadano perse!”.

di Franca Silva

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