Perché Coinvolgersi Tanto in un’Opera come Portofranco?

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Perché Coinvolgersi Tanto in un’Opera come Portofranco?

Li vedi arrivare in ottobre quelli del 1° turno all’Assemblea iniziale di presentazione dell’attività PCTO da svolgere a Portofranco già pieni di stupore per il corridoio che hanno attraversato: galleria di volti, di storie e bisogni che non può lasciare indifferenti. Tanti ragazzi vi passano ogni giorno, ma in loro ha una risonanza diversa perché, pur essendo studenti liceali, non sono venuti per usufruire di un servizio, di un aiuto nello studio, ma per stare “dall’altra parte”, la stessa dei Volontari.

Aurelio, Momo, il Presidente Alberto e la sottoscritta li vorrebbero abbracciare ad uno ad uno per questa loro disponibilità, che rafforza il contributo di adulti e universitari già all’opera. Inizia a Portofranco ad esserci una presenza nuova, “i ragazzi del PCTO”, fin da subito identificabili grazie al nastro arancione del badge, con nome e cognome ben in vista. Sempre chiamati per nome da quelli dello Staff alla stessa stregua dei volontari più veterani, conosciuti ormai da tutti!

Alcune scuole milanesi hanno stipulato con noi una Convenzione e i loro studenti hanno sentito fin da subito di voler assolvere a questo compito, di aiutare i ragazzi del biennio, poco più piccoli di loro, per due ore in modalità peer to peer (ovvero l’apprendimento scolastico basato sull’interazione tra gli studenti allo scopo di favorire la condivisione di conoscenze, esperienze, informazioni e competenze tra pari). Lo scarto dell’età così minimo non ha impedito che sul tavolo e nel rapporto “uno a uno” mettessero in gioco le loro competenze e conoscenze. Alcuni di loro dopo qualche settimana, sono stati scelti nominalmente dal grande popolo di studenti di Portofranco, e a ben guardare sono quelli che delle life skills hanno fatto lo “stile” della loro relazione umana (“life skills”, ovvero quelle abilità che è necessario apprendere per mettersi in relazione con gli altri e per affrontare i problemi, le pressioni e gli stress della vita quotidiana). Ai più richiesti è venuto persino il desiderio di verificare l’ipotesi di diventare in futuro un insegnante. E di insegnanti, riconosciuti per la loro passione, ne abbiamo sempre più bisogno…

Al termine dell’esperienza dell’attività di PCTO abbiamo organizzato un momento di restituzione in veranda assaporando parole, aneddoti e riflessioni intercalati da un dessert. All’invito di Aurelio, direttore del centro, di non lesinare nel porre anche le loro criticità, molte loro osservazioni hanno permesso di lavorare meglio in equipe; eccone alcune di chi, pur non avendo partecipato a questo momento, ha voluto far sentire la sua voce via e-mail:

Ho conosciuto Portofranco grazie a una proposta PCTO del mio liceo e devo dire di esserne rimasta molto affascinata. È un luogo dove persone di diversa cultura, formazione e “ceto sociale” si incontrano e hanno la possibilità di conoscersi e di conoscere mondi paralleli o convergenti al proprio. Questa esperienza penso mi sia stata di grande aiuto principalmente dal punto di vista morale ed etico: è stato bello vedere persone pronte ad aiutare il prossimo, senza ottenere nulla in cambio, se non per il piacere di farlo. Sono grata di aver intrapreso questo percorso perché posso dire di essere cresciuta come persona e di aver iniziato a vedere alcuni aspetti della vita in modo diverso. Grazie ancora. Chiara”.

Ho trovato questa associazione molto ben organizzata e soprattutto ho ammirato molto il vostro impegno e disponibilità per aiutare i ragazzi con più o meno difficoltà. Mi è piaciuto molto aiutare i ragazzi e ho trovato questa un’esperienza positiva. Grazie, Matilde”.

A Portofranco ho avuto un’esperienza positiva e tale impressione è dettata soprattutto dal fine sociale che si propone l’associazione e dalla sua rigorosa organizzazione: ho molto apprezzato il fatto che ognuno avesse un rapporto individuale con il tutorato e ho trovato l’app, con la relativa funzione di commento, davvero utile soprattutto per i ragazzi. Come punto di “debolezza” potrei individuare il fatto che sarebbe necessario essere messi precedentemente a conoscenza delle difficoltà del singolo studente, così da ottimizzare il tempo e dare il maggior contributo possibile. Grazie mille. Sara”.

I ragazzi del 2° turno hanno trovato lo staff ormai rodato dalla precedente esperienza e l’accoglienza a loro fatta esprimeva fin da subito vera riconoscenza per la loro disponibilità. Credo che questo atteggiamento abbia permesso ancor di più agli studenti coinvolti di prendere sul serio l’attività proposta: sentire che si conta su di te è un volano per la motivazione a far al meglio quanto chiesto. Strabiliante in alcuni di loro il sì a materie non concordate, ma, visto il bisogno, si sono messi prontamente a disposizione.

Grazie al lavoro di rete iniziato quest’anno con altre Associazioni, l’assemblea finale di questo turno è avvenuta in modo diverso perché è stata condivisa con altre due Associazioni: “La piccioletta barca” e “Passo dopo Passo”.
In quell’incontro del 4 maggio tutti, adulti e ragazzi, sono stati coinvolti in attività inusuali, volte tutte a incontrare l’altro e a prendere consapevolezza del percorso fatto. Che sorpresa constatare quanto le parole, ma anche i nostri corpi grazie ad esercitazioni laboratoriali fossero in grado di esprimere una reale crescita e una gioia profonda per l’esperienza vissuta.

di Cristina Milesi

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