Le parole di Portofranco: verifica.

Le parole di Portofranco verifica
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Le parole di Portofranco: verifica.

“Ciao. Mi pare che non ci siamo visti prima di oggi”.
“No prof. O forse sì ma non mi ricordo”.
“Va bene. Che materia?”
Matematica”.
“Allora hai la verifica domani”.
Come fa a saperlo?”.
Intuito. Anzi, diciamo che il 90% di chi si siede qui ha la verifica domani…. e gli altri entro pochi giorni”.
“Ho degli esercizi.”
“Bene, vediamoli”.
“No, devono arrivare da una mia compagna”.
“Ok, ma intanto che arrivano vediamone altri. Che anno fai? Che tipo di scuola?”
“Terza superiore” (qualcuno riferisce anche l’indirizzo, ma non sempre).
“E poi non devo fare tanti esercizi, solo quelli che mi manda la mia compagna”.
“Ma perché proprio quelli?”
“La sua prof di Mate è la moglie del mio, sappiamo che danno sempre lo stesso testo, oppure al massimo uno quasi uguale, così se facciamo questi io posso prendere almeno sei”.

Cerco di sostenere le mie tesi, l’importanza di capire “come” e “perché” si studia matematica, chiedo come andava negli anni precedenti, se l’indirizzo scelto si è rivelato davvero quello giusto.

Pian piano i ragazzi e le ragazze si sciolgono, subentra persino un poco di curiosità.

Parlo della mia esperienza di informatico e delle strette relazioni che la tecnologia, i tablet, gli smartphone e persino i social hanno con la matematica.

Cito Page e Brin, fondatori di Google e laureati in matematica.

A qualcuno brillano gli occhi, altri rimangono basiti.
Ma in qualche modo il contatto si approfondisce.

Certo, l’ansia si stempera solo quando il testo degli esercizi arriva (se arriva).
Insomma, in qualche modo si cerca di completare la trafila dei compiti, e riesco sempre a condirla con un poco di teoria.

Magari inserita nel contesto generale dell’importanza della matematica, non solo per i futuri Ingegneri o Informatici, ma anche per chi farà strade diverse.

Molti degli ultimi anni sanno già che i test logici di ammissione all’Università, anche in facoltà apparentemente lontane come medicina, sono basati in primis su test logico/ matematici.

Mi rilasso, penso che nonostante le apparenze di un approccio “utilitaristico” (studio perché così porto a casa un bel voto) in realtà la voglia di imparare gioca il suo ruolo.

Qualcuno si azzarda persino con un “grazie perché finalmente ho capito perché 10 alla zero fa uno, non me lo avevano mai spiegato”.

Penso che dopo un simile complimento posso andare a casa molto soddisfatto.
Ci diciamo che speriamo di rivederci presto.

Finita la prima ora, arriva una ragazza dall’aria timida.

“Ciao. Che materia devi fare ?”
“Fisica”.
Bene, penso, cambiamo un poco argomento.
“E che argomento affrontiamo?”.
“Di preciso non lo so, aspetto gli esercizi da una amica. Abbiamo la verifica domani”.

di Andrea Scaffardi

 

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