Sperare nell’umano.

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Sperare nell’umano.

Sabato 24 febbraio 2024, nell’Aula Gemelli dell’Università Cattolica di Milano, molti insegnanti ed educatori impegnati nel sociale a supporto dei giovani e spesso del loro profondo disagio, si sono incontrati per confrontarsi su “nuove esigenze e emergenze educative”.

Portofranco era presente.

Il tema centrale da cui partire è sicuramente quella di una profonda solitudine, di un forte individualismo e del crollo di competenze relazionali di cui gli adolescenti, ma anche ragazzi più piccoli, soffrono. Temono il fallimento dei loro progetti, provano disagio nelle relazioni in famiglia e nel gruppo di appartenenza, non hanno fiducia negli adulti che rappresentano talvolta un muro invalicabile.

Tre punti di vista, tre interventi solo apparentemente distanti, tre diverse esperienze hanno tentato di rispondere alle nuove esigenze educative e di offrire un’ampia analisi culturale.

Il Prof. Lenoci ha ricostruito attraverso una profonda analisi filosofica che da Papa Francesco, passando per la Repubblica di Platone, è giunta a Heidegger, il senso dell’uomo vero e reale, che riesce ad andare oltre se stesso, che è dinamico. La fragilità umana trova la verità nel senso e nel fine che è disposta a dare alla sua vita, pur nella sua complessità o forse proprio grazie ad essa.

Il Prof. Cornaggia ha analizzato da un punto di vista psicologico una società che produce “patologia” che non riconosce più il senso del limite, della differenza; ha sottolineato il profondo cambiamento d’epoca che è già post-covid, che ha sofferto l’incontro con l’ignoto e la separatezza e che produce vergogna e sensi di colpa. Ma ha fatto anche importanti proposte per andare controcorrente rispetto al disagio; quella di occuparsi della realtà, di evitare la dittatura della prestazione a tutti i costi, di aspettarsi che le nuove generazioni siano “meglio” e non “come” quelle dei loro padri e che al saper dire di no si possano dire dei “si” che generino un riconoscimento dell’altro, senza pregiudizio.

Infine la bellissima testimonianza della docente pakistana Sister Zeph, che in video ha raccontato tutte le difficoltà che, soprattutto le ragazze hanno in molti paesi e società, dove non possono studiare, andare a scuola e tentare di uscire da una situazione di profonda arretratezza e disagio.

Tre sentieri che talvolta si sono intersecati sulla necessità dell’agire, sull’ efficacia di incontrarsi, sulla accoglienza e l’ascolto, tutte vie percorribili per “sperare nell’umano”.

di Valeria Taino e Giovanna Belardinelli

 

 

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